Terme Achilliane

Cultura, Monumenti
Piazza Duomo - 95100 Catania
095 281635

Lunedì a Venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00
Sabato dalle ore 9.00 alle 13.00

Domenica e Festivi su prenotazione (gruppi superiori a 20 persone)

Tappa imperdibile per ammirare lo splendore "nascosto" dell'epoca Romana.

Intero € 5,00
Ridotto € 3,00
Gratuito per i possessori di “Catania Pass” (e per bambini di età inferiore ai 10 anni, sacerdoti e religiosi, diaconi e seminaristi, accompagnatore di visitatore disabile, insegnanti accompagnatori)

Biglietto cumulativo:
Museo Diocesano e Terme Achilliane € 10,00 / ridotto € 6,00
Museo Diocesano, Terme Achilliane e visite guidate terrazze e cupola Badia S. Agata € 12,00
Museo Diocesano, Terme Achilliane e Monastero dei Benedettini € 13,00

Per la ricchezza d’acqua di cui godeva la città in epoca romana furono costruiti diversi edifici termali: sono ancora visibili i resti delle terme Achilliane, dell’Indirizzo e della Rotonda.

Le Terme Achilliane si estendono sotto il livello calpestabile del Duomo e della piazza fino a via Garibaldi.  Vi si accede tramite una porta posta sul lato destro della facciata della Cattedrale. Conosciamo il nome del complesso termale, che fu costruito in epoca romana, probabilmente intorno al III sec. d.C., grazie ad un’iscrizione risalente al V sec. d.C. e agli atti del vescovo San Leone, dell’VIII secolo, che ne parlano, ma quale ne sia l’origine è ancora un mistero: alcuni storici presumono derivi dal nome del costruttore, o da una statua dell’eroe greco Achille, che non è giunta fino a noi.

L’eruzione lavica del 1669, e il successivo terremoto del 1693, coprirono il complesso termale che fu riportato alla luce per volere del Principe di Biscari, Ignazio Paternò Castello. Le strutture dell’edificio si sono conservate intatte, il locale più ampio di forma quadrata presenta volte a crociera sorrette da quattro imponenti pilastri; all’interno della vasca rivestita in marmo è ancora visibile una struttura in ferro alla quale presumibilmente i bagnanti si appoggiavano per entrare in acqua. Inoltrandosi nella parte occidentale dell’edificio è possibile scorgere il fiume Amenano che scorre e intravedere le fondamenta della fontana dell’Elefante.

Nelle volte della stanza quadrata sono ancora visibili gli affreschi di epoca classica che rappresentano scene di carattere agreste e tralci di vite, dalle quali deriva il nome di “bagno di Bacco”, utilizzato nel passato da alcuni storici per identificare questo complesso termale.

Negli ultimi scavi del 2003 sono state riportate alla luce le due rampe di scale che conducevano al secondo livello dell’edificio, che doveva essere ben visibile dal mare.