Fin da epoche remote la ricchezza del suolo vulcanico ha permesso alle popolazioni etnee di vivere di agricoltura e allevamento, costruendo un ambiente “dell’uomo” armonicamente inserito in quello naturale. Paesaggi agricoli sorprendenti e multiformi sono incastonati fra boschi e colate laviche, formando un mosaico ambientale di rara bellezza.

La presenza millenaria dell’uomo sul vulcano ha lasciato un’impronta profonda: monumentali opere di terrazzamento, magazzini, palmenti, cantine costellano le pendici della Montagna. Pertanto, il mantenimento e il recupero dell’agricoltura – svolta in sintonia con le esigenze di tutela ambientale – sono uno strumento efficace per il mantenimento di una parte importante del paesaggio etneo. In questo contesto, il Parco dell’Etna guarda con particolare attenzione all’agricoltura biologica, metodo di coltivazione capace di offrire prodotti sani, nel rispetto dell’ambiente e della salute degli agricoltori.

Vigneti, oliveti, pistacchieti, noccioleti e frutteti circondano il vulcano testimoniando la grande vocazione agricola del territorio, caratterizzata dalla presenza di varietà locali particolarmente interessanti. Basti pensare alle mele “Cola”, “Gelato” e “Cola-Gelato” piccole, gialle e fragranti o alle pere autunnali come la “Ucciardona” o la “Spinella” utilizzata nella cucina tradizionale. La ricchezza varietale delle specie coltivate sull’Etna è un patrimonio di biodiversità da tutelare e diffondere per mantenere un’eredità importante che può diventare la nota distintiva dell’agricoltura del Parco.