La Sicilia è terra di grandi tradizioni. E quando la tradizione incontra la religione e la fede popolare, gli spettacoli sono imperdibili. Come la festa dedicata alla patrona di Siracusa, Santa Lucia. Protettrice degli “uccioli” (occhi), è festeggiata dai siracusani due volte l’anno: la prima domenica di maggio (giorno noto anche come Santa Lucia delle Quaglie) e il 13 dicembre (data di nascita della santa).  

Proprio il 13 dicembre cade certamente la data della festa più sentita: già dal pomeriggio del 30 novembre la banda musicale gira festosa per le vie di Ortigia, annunciando l’inizio della Tredicina che si terrà in Cattedrale. In realtà i festeggiamenti partono prima: il 9 dicembre, infatti, il simulacro argenteo di Santa Lucia è esposto nella Cappella a Lei dedicata in Cattedrale.

Le Sante Messe si susseguono ed ogni sera hanno luogo la benedizione e il bacio della Reliquia. Il 12 dicembre è giornata di vigilia e già dalle prime ore del mattino in Cattedrale iniziano ad accorrere i devoti per assistere alla traslazione del Simulacro dalla Cappella all’Altare Maggiore. Il 13 dicembre i devoti accorrono in Cattedrale per assistere alla Messa e nelle prime ore del pomeriggio ha inizio la processione delle Reliquie e del Simulacro argenteo che attraversano la città per giungere alla Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. La lunga processione è un pellegrinaggio, ricco di molti segni che rendono questa festa unica nel suo genere. Un gran concorso di popolo accompagna la Santa Patrona per le vie della città al grido di Sarausana jè! (“Siracusana è!”), moltissime sono le persone che recano ceri accesi e fanno il viaggio a piedi scalzi in segno di ringraziamento o per implorare una grazia.

Nei giorni della Festa di Santa Lucia, i siracusani sono soliti preparare pani votivi a forma di occhi (secondo la tradizione che raffigura Santa Lucia con in mano una coppa con dentro due occhi) e mangiare la cuccìa (grano cotto condito con la ricotta, con il miele o con il vino cotto). Quest’ultima segue una tradizione legata alle antiche civiltà cerealicole del Mediterraneo e da questa nasce anche l’espressione popolare: “Santa Lucia, pani vurria; pani nu nn’haju, accusì mi staju” (“Santa Lucia, vorrei il pane; pane non ho, e così sto”).

Scopri tutte le origini della festa.